-“Ciao Walter, da cosa nasce l’idea di iscriversi ad un Ironman?”
“Quando si decide di iscriversi ad un IRONMAN, per la prima volta, non si ha realmente idea di cosa si và incontro.
Ma questa è la “MIA” gara: voluta fortemente da anni!
Covavo questo incredibile sogno già quando, nel 2004, a quota 84Kg di peso e non certo di muscoli, con tanta ammirazione assistevo, per la prima volta, ad Andora ad un triathlon sprint e mi dicevo: “Chissà? Un giorno lo farò anch’io…”.
Ebbene l’ho fatto, poi ho portato a termine il mio primo olimpico a Bardolino e già mi sembrava di essere al settimo cielo… poi sempre più lunghi e sempre più triathlon!
Ma, a Nizza, ho realizzato un vero sogno: si sta parlando di IRONMAN, la leggenda del triathlon!”.
-“Come hai gestito la fase pre-gara?”
“Sono arrivato a Nizza verso il primo pomeriggio del venerdì e ho raggiunto subito l’albergo, una sistemazione comoda e accogliente. Una volta espletate le formalità pre-gara, grazie all’efficiente e rodata organizzazione, abbiamo partecipato al la cena offerta agli atleti; nel palazzetto che ci ospitava l’intrattenimento musicale era assordante, ma piacevole: nelle le interviste ai campioni, dopo il cinque volte vincitore spagnolo Perez Zamora, c’è stato spazio anche per la nostra Martina Dogana, che l’anno passato ha messo tutte in riga. Non sono atleti, sono marziani!
Un giro per la città vecchia, molto caratteristica e piena di ristorantini che preparano ostriche e frutti di mare in continuazione, e poi a letto a riposare.
Il sabato si è consumato tranquillamente nei preparativi pre-gara e nel riposo fisico; ho incontrato gli amici del Piemonte, e nel caldo del pomeriggio, mentre ammiravo i numerosi atleti che, non paghi degli allenamenti fatti, correvano avanti e indietro, mi aspettava una grande sorpresa: sul lungomare vedo avvicinarsi uno sciatore, il nostro grande allenatore dell’ATLETICA NOVESE, Vincenzo La Camera.
In perfetto stile, sui suoi ski-roll, stava facendo voltare tutta la Promenade Des Anglais!”
-“Fantastico! Raccontaci le tue sensazioni al momento della partenza. Hai vissuto momenti di tensione?”
“Come è normale che sia! L’attesa della partenza è stata un incanto: il sole stava per sorgere dietro la montagna e arrivava a poco a poco sul mare di un colore azzurro verde brillante.
Le boe direzionali erano cinque: non ho capito subito bene il percorso, ma tanto, pensavo, ne avrò almeno 1000 davanti quindi non mi preoccupo, non posso sbagliare!
Quando è suonata la sirena che ci ha dato il via, mi son fermato un attimo ad ammirare i primi e a seguire con lo sguardo gli altri davanti a me: l’acqua sembrava quasi spostarsi per l’ingresso in acqua di tanti atleti!!
È andato tutto bene sin dalle prime bracciate: gli occhialini erano perfetti ma la cuffia dopo circa due boe me la son sentita sfilare. Ecco ho fatto la mia, ho pensato. Ho messo la cuffia sugli occhiali ma il silicone la rende viscida e scivola via. Mi son fermato ad indossarla nuovamente e intanto dato un occhio alla direzione e ho ammirato nuovamente lo spettacolo”
-“Come hai gestito i 180 chilometri di bici?”
“Stranamente all’uscita dall’acqua, nonostante un lieve giramento di testa, che mi aspettavo, non ero stanco, anzi, mi son dovuto frenare. L’adrenalina era a mille.
Correvo con mezza muta in mano, quando mi sono accorto di Vincenzo in fondo alla rampa di salita, mi ha incoraggiato e questo mi ha tranquillizzato.
Abbiamo usufruito di un cambio comodo - come mai prima d’ora! - su sedie predisposte ad hoc. Non mi sembrava vero, abituato come sono a farlo in piedi mentre mi sorreggo al portabici o per terra disteso per sfilare la muta!
Davanti a me, una marea di ciclisti sparsi per la carreggiata.
Dopo il primo tratto pianeggiante, ho iniziato ad arrampicare verso l’entroterra: ogni tanto vedevo qualche italiano ma la maggior parte erano stranieri.
In bici è andato tutto liscio: ho visto un’infinità di atleti che hanno forato e quindi sono stato contento di arrivare in zona cambio senza inconvenienti. Sul display ho visto il tempo totale: 7 . 40 . 20. Bene!”
-“Sei stato anche fortunato, quindi. Ma quanto è stato importante il sostegno psicologico in gara?”.
“Ma sai, ero lì in zona cambio, quando ho sentito gridare il mio nome. Ho alzato gli occhi e ho visto Angela, mia moglie, e ho tirato un sospiro di sollievo..! Tutto bene, anche lei mi ha visto e anche lei si è tranquillizzata. Due parole per confortarla e poi, correndo in scioltezza, sono andato a preparare il cambio per l’ultima parte di gara. Inaspettatamente, mi sentivo bene.
I primi chilometri li ho fatti regolari e veloci (si fa per dire!). Le gambe erano a posto, bevevo ai ristori ma evitavo di bagnarmi sotto le docce predisposte, nonostante il caldo. Nonostante qualche problema di stomaco, che ho cercato di superare rilassandomi e continuando a bere a piccoli sorsi , ho finito bene, aumentando l’andatura e recuperando posizioni su posizioni.
L’ultimo chilometro è stato fantastico: la folla mi incitava ed io sono arrivato sotto l’arco sorridente, mentre il display segnava 12 ore 09 minuti e 53 secondi. Wow!
Mentre lo speaker scandiva le parole di rito: “Ya you’re an Ironman”, per me come per tutti gli arrivi, finalmente mi sono rilassato. Con la medaglia al collo, mi sono accovacciato e seduto in terra, mentre Angela e Vincenzo si complimentavano. Poi ho provato a rialzarmi ma le gambe sono diventate durissime!”.
-“Bravo, Walter. Ancora complimenti per la grande impresa!”
“Sono io che devo dei ringraziamenti sinceri a chi mi ha permesso tutto questo:
cominciando dalle mie Angela e Giulia, che pazientemente hanno accettato le mie scorribande atletiche, i miei salti di umore, le mie gare di preparazione, assistendomi sempre, a Vincenzo che mi ha seguito durante le fasi cruciali e poi tutti coloro che, a conoscenza dell’avventura, mi hanno sempre sostenuto ed incoraggiato, Marco, Massimiliano, Renzo, Paolo e tutti gli amici dell’Atletica Novese, gli amici della piscina Aquarium di Novi che hanno permesso di allenamenti nel periodo invernale”.
-“Progetti per il futuro?”
“E chi lo sa’? Magari sarà un Ultra Trail? O forse una 24ore di corsa? Vedremo!”